venerdì 29 marzo 2013

Buona Pasqua a tutti

 SANTA PASQUA 2013


L'amore che Cristo risorto ci dona, 
riempia il nostro cuore e 
ci renda nuove persone.

fonte

Abbiamo tutti bisogno di pace, prima di tutto
nel nostro cuore, poi nella nostra famiglia, nei luoghi di lavoro e con gli amici, 
ma anche di vedere pace, armonia ed accordo in ogni ambito sociale.
Questo è l'augurio che mando a tutti, 
che entri la pace nei nostri cuori.

AUGURI!

Marina

domenica 24 marzo 2013

Ciambella di carote

Si, si, questo è un post decisamente inusuale per il mio blog, 
ma su suggerimento di Gio del blog "Mamma dilettante" e di Silvia del blog "Mammabook" oggi vi mostro 
la ricetta per la Ciambella alle carote.
L'avevo trovata sulla rivista "Buona cucina" n°5 -maggio 1997- (quasi d'epoca!)
Vi posso assicurare che il risultato è ottimo, 
l'ho preparata per il pranzo di Pasqua più d'una volta ed i commensali hanno sempre molto gradito.

Ingredienti per 8-10 persone

Per la ciambella:
- 6 uova a temperatura ambiente
- 250 gr di zucchero
- 450 gr di carote
- la scorza grattugiata ed il succo di 1/2 limone
- 1 cucchiaino di cannella 
  (posso dire che se ne può mettere anche meno, dipende  
   dai gusti personali)
- 100 gr di mandorle in polvere 
  (io ho frullato le mandorle sgusciate)
- 1 cucchiaino di lievito in polvere
- 80 gr di pane grattugiato fresco
- 60 gr di farina
- sale

Per la cottura è consigliato l'uso di uno stampo a ciambella del diametro di 28-30 cm imburrato ed infarinato.

Per la salsa al limone:
- 250 gr di zucchero a velo
- 3 cucchiai di acqua tiepida
- il succo di 1 limone

Preparazione:
- Raschiate le carote, lavatele e cuocetele in acqua bollente per 25 min, quindi passatele nel mixer e lasciate raffreddare la purea ottenuta.
- Separate in una ciotola i tuorli dagli albumi, di questi ultimi tenetene da parte 5 in un'altra ciotola.
- Sbattete con una frusta elettrica i 6 tuorli con lo zucchero finché saranno diventati bianchi e spumosi. Incorporate gradualmente la purea di carote, la scorza ed il succo di limone, la farina setacciata, le mandorle, la cannella, il pane grattugiato ed il lievito, sempre mescolando con la frusta elettrica.
- Montate a neve ben ferma i 5 albumi con un pizzico di sale ed incorporateli delicatamente al composto con una spatola.
- Versate l'impasto nello stampo, battetelo sul piano da lavoro per livellarlo, mettete in forno preriscaldato a 180° per 30 min circa. 
Verificate la cottura con uno stecchino che estratto dalla ciambella dovrà risultare asciutto.
- Fate raffreddare il dolce per 10 minuti prima di toglierlo dallo stampo e mettetelo sul piatto di portata.
- Unite lo zucchero a velo ed il succo di limone all'acqua tiepida e mescolate fino a che la salsa diventerà liscia e lucida, dopodiché versatela sulla ciambella in modo che coli sui lati. (se lo preferite, potete servire la ciambella anche senza la salsa al limone)

Nelle indicazioni questa ricetta è considerata di facile esecuzione.
Tempo di preparazione 35 minuti, cottura 30 minuti.

Quanto nutre una porzione:
Calorie            364
proteine         8.8 g
lipidi           5.5 g
glucidi         66.9 g
fibra alim.        8 g
colesterolo     135 mg


Ho scansionato una vecchia foto (abbiate pietà di me!) della ciambella, in quell'occasione l'avevo decorata facendo un coniglietto e delle carotine col marzapane, le foglioline delle carote sono ciuffetti di prezzemolo.


Questa invece è la foto molto professionale 
presa dal giornale. 


Spero di avervi dato un buon suggerimento per una ciambella dal gusto primaverile, particolarmente consigliata per la Pasqua.

Buona settimana a tutti,
un caro saluto,

Marina  
 
P.S.
Un saluto speciale a Fabiola e Germana 
che ringrazio per la loro frequenza sul mio blog.

martedì 19 marzo 2013

Un uovo dentro ad un fiore

Ricordo sin da quando ero bambina l'usanza di mangiare a colazione, il mattino del giorno di Pasqua, l'uovo benedetto.
Il sabato Santo mia mamma faceva bollire le uova che una volta diventate sode io dipingevo, poi dopo averle messe dentro ad un cestino le portavamo in Chiesa per la benedizione. 
Ho trasmesso questa tradizione anche alle mie figlie e a mio marito che non la conosceva. Quando le mie figlie erano piccole erano loro a decorare le uova, un momento divertente e coinvolgente.
Per rallegrare la tavola e presentare le uova sode in modo diverso, quest'anno ho pensato di fare dei fiori di feltro dai grandi petali ed utilizzare le loro corolle come base d'appoggio per le uova.



Ho voluto adattare alla tradizione dell'uovo pasquale, la mia ultima passione creativa: il feltro.



Ho recentemente seguito un corso, proprio per imparare a fare dei fiori con la lana cardata.
Quelli che vedete sono i miei primi esperimenti, son venuti un po' ruspanti, ma tutto sommato non mi dispiacciono.


Al supermercato ho trovato una confezione di ovetti di zucchero colorati e mi è piaciuta l'idea di metterli  in un piatto assieme ai fiori. 
Nelle foto vedete alcune prove, ma può darsi che trovi un'alternativa che mi piaccia di più.



Alla ricerca delle origini di questa tradizione delle uova benedette, ho trovato sul web delle interessanti spiegazioni che allego qui di seguito.

"L'uovo è il più antico simbolo dell'origine della vita; è sempre stato associato alla primavera, alla rinascita e, nella cultura cristiana, alla resurrezione. La tradizione pagana di scambiarsi uova dipinte nelle feste propiziatorie della fertilità risale agli Egiziani ed ai Persiani. Il dono era considerato di buon auspicio, in quanto simbolo del rinnovarsi della vita. 
Tale simbologia, con qualche variante, fa parte della cultura di moltissimi popoli antichi. Tra i romani, ad esempio, Plinio testimonia il costume di seppellire nei campi uova dipinte di rosso, per tenere lontani gli influssi malefici e propiziarsi un buon raccolto.

La Pasqua ebraica (da "Pasach", passaggio) è la ricorrenza che ricorda l'esodo dall'Egitto e la rinascita spirituale. Il pasto rituale della festa, oltre all'agnello (simbolo di dolcezza e di sacrificio) ed al pane azzimo (simbolo di penitenza), prevede le uova, simbolo di una nuova vita.

La simbologia ebraica fu assimilata dai primi cristiani, per celebrare il ritorno alla vita di Cristo. L'uovo fu mantenuto come emblema della rinascita ed associato alla sacralità del battesimo, da cui la tradizione di scambiarsi uova benedette. Anche l'uso di colorare le uova si è mantenuto nel tempo ed alcune leggende lo hanno legato alla figura di Cristo risorto: Maria Maddalena era una delle donne che erano andate al sepolcro di Gesù, ma l'aveva trovato vuoto. Allora corse alla casa nella quale si trovavano i discepoli, entrò tutta trafelata ed annunciò la straordinaria notizia. Pietro, uno dei discepoli, la guardò incredulo e disse: "Crederò a quello che dici solo se le uova contenute in quel cestello diverranno rosse."
E subito le uova si colorarono di un rosso intenso!"                                                                              (link)
Mi piace risalire alle origini delle nostre tradizioni e capire le ragioni della loro nascita.


A chiusura di questo post, auguri a tutti i papà, oggi S.Giuseppe è la loro festa!

Un augurio e una preghiera particolare al S.Padre, 
Papa Francesco, padre di tutta la Chiesa 
che oggi ha celebrato la Santa Messa di inizio pontificato.



Un caro saluto a tutti,


Marina

giovedì 14 marzo 2013

Guanti semplici, ma preziosi

In questi giorni sto facendo un lavoro detestabile, sgomberare lo sgabuzzino in soffitta.
Abitiamo in questo appartamento da quando ci siamo sposati, cioè da quasi ventitré anni ed il ripostiglio ricavato nella parte più bassa del sottotetto si è riempito.
All'inizio c'erano riposte poche cose, due scatole di piastrelle avanzate, vecchi libri di scuola, le valigie e le scarpe fuori stagione. Ora c'è di tutto, ma veramente di tutto.
Non so se capita anche a voi, ma io accumulo pensando che quella "cosa" che ora non uso, prima o poi mi servirà, poi potrei riciclarla, poi potrebbe servire alla ragazze, poi...
Adesso il volume delle cose messe da parte è diventato esagerato, quindi si è reso necessario un intervento di selezione e sgombero.
Tanti capi d'abbigliamento li ho già infilati nei sacchi e li porteremo ad un'associazione di volontariato dove so per certo che ne faranno buon uso.
Fra le tante cose che non usiamo più, ci sono anche dei piccoli tesori, naturalmente non lo sono per il loro valore materiale, ma per quello affettivo. Ho ritrovato questi guanti che avevo dato per persi.


Sono delle semplici manopole, fatte con lana povera, forse avanzi di gomitoli, ma quel che conta è che li aveva sferruzzati la zia Fannì. Me li aveva preparati quand'era già molto avanti con l'età, ma osservandoli attentamente, si può vedere quanto siano ben fatti.




Fannì, in realtà si chiamava Virginia ed era una zia acquisita di mia nonna materna  (avevano quasi la stessa età).

Durante la guerra aveva perso il marito e l'unico figlio ancora bambino, ma questi avvenimenti drammatici non le avevano tolto la dolcezza e la capacità di amare. Tutti quelli che la conoscevano le volevano bene.
Mia mamma le era legatissima e ricorda ancora con nostalgia i suoi consigli e le sue parole di conforto.

Ora che ho ritrovato i guanti e sono indecisa, non so se metterli da parte, ben protetti in una scatola oppure usarli, in fondo lei me li aveva donati per questo.

Il ricordo di questa zia è impresso per sempre nel mio cuore, ma toccare questi guanti che lei ha sferruzzato con tanto amore, me la fa sentire vicina, è come se mi tenesse per mano e mi dicesse che è sempre qui accanto me.

Con un po' di groppo alla gola,

un caro saluto a tutti,
                                                                                                                                                   Marina





domenica 10 marzo 2013

Una sciarpa con rosa e un fatto divertente




Si avvicina l'inizio della primavera,
piano piano la temperatura si alza e oramai quasi nessuno porta più le sciarpe, ma ho pensato di postare ugualmente le foto di questa mia creazione.
Si tratta di un lavoro che avevo fatto qualche anno fa, avrei dovuto venderlo, ma come spesso capita me ne sono innamorata e l'ho adottata io.



Per un certo periodo sono stata presa dai disegni delle rose in stile liberty, quelli che molto spesso vengono utilizzati per fare stencil.
Mi piaceva l'idea di riprodurne uno su di una sciarpa, o una stola e ho pensato di farlo ritagliando i vari elementi da un panno di feltro e cucendoli con punti invisibili sulla sciarpa, ho poi completato la decorazione  con alcune perline. I bordi della stola sono rifiniti a punto smerlo e a punto cavalletto.



Nelle foto ho abbinato la stola
ad un baschetto di lana.




Anche il baschetto ha la sua rosa, 
che però è a rilievo ed è fatta utilizzando lo stesso tipo di panno della stola.
Come vedete tutto è sui toni pastelli che io amo molto.

C'è qualcuno che, nonostante siamo già in marzo, indossa ancora come me sciarpa e cappello,
o sono l'unica vecchietta freddolosa?

Approfitto di questo post per raccontarvi un fatto divertente.
L'8 marzo, il giorno della festa della donna, alle mie due ragazze è arrivato un messaggino sul cellulare con una poesia dedicata alle donne.

"Un fiore, una donna, cresce ovunque.
 Resiste al sole, al freddo, alla pioggia.
 Se ne trovano di belli, bellissimi, meravigliosi ed hanno bisogno di una terra fertile ed accogliente." 

da un estimatore del gentil sesso

Una poesia un po' strana.
Il mittente aveva un numero a loro sconosciuto e non riuscivano a capire chi fosse, hanno continuato ad indagare per parecchio, poi io ho aperto le mie e-mail ed ho trovato lo stesso messaggio, ma ho trovato anche il nome del mittente: Pietro, mio marito!
Ci aveva inviato questa sua poesia con l'HTC del lavoro, un numero che noi non conoscevamo. Voleva rimanere anonimo e ridere un po' vedendo le nostre reazioni, ma la e-mail l'ha tradito. Ci ha piacevolmente sorprese e alla sera al suo rientro accompagnato da tre mazzolini di mimose, lo abbiamo ringraziato e riso assieme di questa sua "sorpresa".  


Un caro saluto a tutti,
Marina

martedì 5 marzo 2013

Diciotto anni...

E poi un giorno all'improvviso, arrivano i 18 anni!
Non è mica una cosa da poco, è la maggiore età.
Così anche la Cate, la mia pulcina, è diventata maggiorenne e dato che il suo compleanno è stato il 22 febbraio è pure andata a votare!
Lei era gasatissima, aveva organizzato la festa, invitato gli amici, era arrivato anche il ragazzo che abita in Puglia, insomma un grande evento.

Ma qualche settimana prima...
"Mamma, non riesco a trovare un vestito che mi piaccia, ho girato in tanti negozi, ma niente, poi quelli belli costano un botto. 
Voglio che sia speciale, come posso fare?"
E la mamma che fa? Si mette in movimento, parla con la nonna, tirano fuori tessuti e pizzi e vecchi vestiti da cui riprendere il modello.
La Cate osserva, sceglie il modello, poi il tessuto, il pizzo e dà il via ai lavori.
La nonna è tutta preoccupata di non riuscire a fare un bel lavoro, ma si mette all'opera con un po' d'aiuto della mamma e alla fine del lavoro sentenzia:
"Mo se dai clè avnù ben!" (ma si dai che è venuto bene)
La nonna non è una sarta, ma le è sempre piaciuto cucire e se la cava alla grande, ora ha una certa età, ha passato i settanta e non ha più la sicurezza di un tempo, ma con qualche aiutino, le è venuto fuori un abito da sera coi fiocchi.



Archiviato il lavoro di cucito, bisognava pensare alla torta, si perché qua vige la regola del fai da te praticamente su quasi tutto...
"Mi piacerebbe che nella farcitura ci fosse la crema pasticcera coi granelli di cioccolato e sopra la panna"
La mamma: "e come la decoriamo? ti piacerebbero delle rose di pasta di mandorle?"
"Va bene, ma le voglio rosse!"
Manco fosse una festa di laurea, ma se le vuole di quel colore va bene così. Si ordina il pan di Spagna dal forno e il resto si fa a casa.
Intanto, per la festa la Cate ha prenotato un ristorante che rimane in campagna fuori Forlì, una bella villa dell'ottocento, che le piace proprio tanto, molto romantica!

Ma cosa succede la sera prima della festa?
Inizia a nevicare! 
E il giorno della festa?
Nevica ancora più forte!
Telefonano dal ristorante e informano che il parcheggio è impraticabile, panico...che si fa?
Dopo discussioni e grandi scene da melodramma, la Cate si convince a spostare il luogo della festa,
è comunque una ragazza che non si perde d'animo e nel giro di un'ora trova e prenota un ristorante in città  (tanto quanta gente vuoi che esca stasera con la bufera di neve?) e avvisa tutti gli invitati del cambiamento.
Il problema più grosso e grosso è proprio l'aggettivo più adatto, è la torta.
La panna cede e la torta è da trasportare al ristorante.
Fuori la neve ha imbiancato tutto, le strade sono percorribili solo con le gomme termiche o con le catene e naturalmente il babbo ha le catene. Quindi si carica la torta (40 x 60 cm) nel baule della macchina e si parte.
Insomma una cosa rocambolesca, il babbo guida ai 2 km all'ora, la mamma bada la torta cercando di immobilizzarla con la forza del pensiero e dopo una ventina di minuti (la distanza era relativamente breve) l'auto arriva a destinazione.
I ragazzi stanno mangiando quando la torta fa il suo ingresso scortata dal babbo e dal ristoratore che se la imbosca in cucina in attesa della fine della cena.
Il resto non ve lo posso raccontare perché non ero presente, ma mi dicono che tutto sia andato per il meglio.



Queste sono alcune foto scattate al ristorante dagli amici di Caterina.


Un lungo post, pieno d'emozioni,
da rileggere per ridere un po' e ricordare questa data speciale, i 18 anni della mia Caterina, una piccola, grande donna.




Un carissimo saluto a tutti,


Marina